Urso lancia il Piano Italia Moda contro l’ultra fast fashion
Sara Faccioli, ReDress: “EPR e Passaporto Digitale sono il vero vantaggio competitivo dei produttori tessili italiani”
Torino, 29 ottobre 2025 – Dopo l’allarme lanciato dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso sul rischio d’invasione del mercato europeo da parte dell’ultra fast fashion proveniente da Paesi extra-UE senza regole, il dibattito nel settore si sposta sul terreno della trasparenza di filiera.
Secondo Sara Faccioli, Presidente del Board del Consorzio per l’EPR tessile ReDress e Managing Director di RLG Systems Italia: “E’ tempo di trasformare la trasparenza in un vantaggio competitivo, non solo in un requisito di conformità”.
Dai dazi alla trasparenza della filiera per una concorrenza leale
Nel Piano Italia Moda, il Governo punta a rafforzare il sistema moda nazionale attraverso dazi europei, regole per i marketplace extra-UE e una filiera certificata in grado di garantire legalità, sostenibilità e tutela del lavoro.
Per Sara Faccioli, tuttavia, la risposta più efficace sta soprattutto nella parità delle regole: “Possiamo dire che difendiamo il settore tessile italiano, se garantiamo che chi importa abbia le stesse regole di chi produce in Italia. La concorrenza deve spostarsi dal prezzo alla qualità, dalla quantità alla responsabilità.”
EPR tessile verso l’attuazione operativa nel 2026
Come emerso al Venice Sustainable Fashion Forum appena concluso, il Ministero dell’Ambiente (MASE) prevede l’avvio operativo dell’EPR tessile nel primo trimestre 2026. Faccioli commenta: “I consorzi, pur non essendo ancora riconosciuti formalmente, stanno già lavorando per costruire l’infrastruttura necessaria all’avvio dell’EPR tessile nel 2026; ReDress propone l’attivazione di un tavolo operativo promosso dal Ministero per procedere in modo coordinato ed efficace”.
Resta infatti molto da fare sulla raccolta dei rifiuti tessili in Italia: oggi solo il 12% dell’immesso al consumo viene intercettato e avviato al recupero. Perché la norma possa funzionare davvero, è necessario potenziare rapidamente la rete di raccolta e le infrastrutture di selezione e riciclo, così da gestire volumi sempre più elevati in modo efficiente.
In parallelo, MASE e MIMIT hanno confermato il focus sul tema ultra fast fashion, indicando l’EPR tra le priorità per ristabilire una concorrenza equa.
EPR e Passaporto Digitale sono gli strumenti chiave per una filiera tracciabile
Attraverso l’EPR tutti i produttori e importatori, inclusi i grandi operatori extra-UE, saranno obbligati a contribuire ai costi ambientali generati dai prodotti immessi sul mercato, obbligo che da solo non è sufficiente a riequilibrare il mercato. La Managing Director di RLG Systems Italia osserva: “La vera svolta arriverà dall’entrata in vigore dell’EPR e delle norme sull’ecodesign, che insieme all’obbligo di farsi carico dei costi di fine vita, costringeranno tutti gli operatori a rispettare le stesse regole minime di qualità e responsabilità sul prodotto”.
Accanto all’EPR, il Digital Product Passport (DPP), che diventerà obbligatorio entro il 2026, offrirà per la prima volta una tracciabilità completa dei capi, dalla composizione alle modalità di riciclo. “Il passaporto digitale non è solo un’etichetta,” prosegue Faccioli, “ma una mappa che permette di sapere di cosa è fatto un prodotto e come potrà essere reimmesso nel ciclo produttivo. È il primo passo per un’economia davvero circolare.”
Con la propria esperienza, il consorzio per l’EPR tessile ReDress si conferma un attore di riferimento nella costruzione di una filiera tracciabile e trasparente, dove competitività, reputazione e conformità normativa si integrano nel rispetto delle nuove direttive europee. L’obiettivo è chiaro: rendere la sostenibilità un valore, non un costo aggiuntivo per le imprese.
Per informazioni stampa:
Silvia Profili – silvia.profili.ext@rev-log.com | +39 348 4739215
ufficiostampa.redress@rev-log.com



