Economia circolare: l’esempio del settore tessile

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Quello dello smaltimento dei rifiuti è uno dei problemi che maggiormente le autorità europee e, a cascata, quelle nazionali e locali si stanno impegnando ad affrontare grazie a nuovi provvedimenti legislativi di grande importanza, soprattutto per le imprese.

Per comprendere appieno questa tendenza normativa e il modo in cui sta influendo sul sistema produttivo, inclusa l’industria tessile, è indispensabile conoscere un concetto: quello dell’economia circolare.

Cos’è l’economia circolare e quali benefici offre

L’economia circolare è un modello economico alternativo rispetto a quello tradizionale, basato sul paradigma lineare “materie prime → produzione → consumo → rifiuti”. Un paradigma, quello lineare, legato all’idea che le risorse siano pressoché infinite e a basso costo, e i rifiuti possano essere generati anch’essi all’infinito, a prescindere dal loro impatto ambientale. La creazione di valore si basa dunque, sul breve ciclo di vita dei prodotti, che devono essere continuamente riacquistati dai consumatori anche grazie a una vera e propria obsolescenza programmata.

Al contrario, nell’economia circolare il ciclo di vita dei prodotti si allunga, e i rifiuti vengono ridotti al minimo grazie al riciclo, alla riparazione, al riuso, al ricondizionamento ed altre pratiche simili, che reimmettono i prodotti vecchi o loro parti sul mercato, generando nuovo valore e limitando le esigenze di smaltimento.

I vantaggi di un simile sistema sono moltissimi:

  • Minore utilizzo di materie prime, con conseguente preservazione dell’ambiente e della biodiversità.
  • Riduzione delle emissioni di gas serra.
  • Riduzione del consumo di energia.
  • Creazione di prodotti più efficienti e capaci di durare più a lungo.
  • Diminuzione della dipendenza dei paesi privi di materie prime nei confronti dei paesi che le possiedono.
  • Diminuzione dell’impatto ambientale e sociale dei rifiuti.
  • Creazione di posti di lavoro nei settori del riciclo, del riuso, del ricondizionamento e così via.

L’importanza del settore tessile nell’implementazione di un’economia circolare

Come abbiamo già discusso in un precedente articolo, quello dell’inquinamento tessile è un problema pressante. Mentre la quantità di prodotti tessili consumati da ciascun europeo cresce, cresce anche il consumo di suolo e di acqua necessari a fabbricarli.

Non solo, ma le stime (datate 2022) ci dicono che ogni europeo produce in media 16 kg di rifiuti tessili ogni anno. Di questi, solo l’1% prende la via del riciclo, mentre la maggior parte finisce semplicemente in discarica o viene incenerita.

E, dato per certi versi ancora più sconcertante, una percentuale tra il 4% e il 9% dei prodotti tessili che vengono messi sul mercato europeo diventa un rifiuto prima ancora di essere utilizzato, come nel caso degli invenduti o dei prodotti resi. In aggiunta, i tessuti sono, si stima, la quarta fonte di inquinamento da microplastiche in Europa, una tipologia di contaminazione difficilissima da rimuovere e capace di penetrare negli organi degli esseri viventi.

Come l’economia circolare sta trasformando il settore tessile

Il settore tessile è stato identificato come una catena di valore di fondamentale importanza nel Piano di Azione per l’Economia Circolare dell’Unione Europea (Circular Economy Action Plan), al punto che le autorità europee gli hanno dedicato un documento strategico specifico, la Strategia sui Tessili Sostenibili e Circolari (Strategy on Sustainable and Circular Textiles) presentata dalla Commissione Europea nel 2022.

Tale Strategia si pone diversi importanti obiettivi:

  • che tutti i prodotti tessili che si trovano sul mercato dell’UE siano durevoli, riparabili, riciclabili, realizzati il più possibile a partire da materiali riciclati, privi di sostanze nocive e prodotti nel rispetto dei diritti sociali e dell’ambiente;
  • che i consumatori possano beneficiare di prodotti tessili durevoli e di alta qualità, a un prezzo sostenibile;
  • che si rendano ampiamente disponibili servizi di riuso e riparazione;
  • che il settore tessile sappia essere resiliente, competitivo e innovativo, con produttori in grado di fare dei principi della sostenibilità la loro guida per la produzione e la commercializzazione dei prodotti.

 

La Strategia, basata sull’obiettivo di una trasformazione in senso circolare dell’economia tessile, ha condotto all’approvazione di diversi importanti avanzamenti normativi, tra cui il Regolamento sull’Ecodesign per Prodotti Sostenibili (ESPR), che ha lo scopo di modificare in un’ottica di circolarità il modo in cui i prodotti tessili sono realizzati, e il regime EPR per la filiera tessile. Di quest’ultimo, parliamo meglio nella prossima sezione.

Il nuovo regime EPR per il settore tessile

Chiave di volta della svolta che l’Unione Europea vuole imprimere all’industria tessile in un’ottica di economia circolare e sostenibilità, la responsabilità estesa del produttore (EPR) ha dato origine ha una serie di normative che promuovono un sistema di gestione dei rifiuti tessili più efficiente e meno impattante sull’ambiente.

Il sistema obbliga i produttori tessili a coprire i costi di raccolta, cernita e riciclo dei rifiuti originati dal loro settore, con l’obiettivo di incentivare il riciclo ma anche di spingere le aziende a progettare e fabbricare i loro articoli affinché siano più duraturi, riutilizzabili e riciclabili.

Con alle spalle la lunga esperienza di Reconomy, azienda specializzata proprio nell’economia circolare, ReDress può aiutare la tua impresa del settore tessile e moda ad assicurarsi la conformità alla normativa EPR. I nostri professionisti possono esaminare le tue specifiche sfide, dall’invenduto al riciclo, e offrire una risposta completa, sostenibile e conforme.

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Les Griffith - Speakers

Business Development Director
RLGA

Les Griffith is currently the Business Development Director at RLGA and is tasked with expanding the company’s data management offerings for packaging EPR in the Americas. Les has over 30 years of industry experience in Environmental Services, Extended Producer Responsibility and Reverse Distribution. Les has spent these last 30 years working with organizations to develop progressively more sustainable solutions to the management of end-of-life materials. Prior to joining RLG, Les spent eleven years at Covanta most recently serving as the Business Development Director for the Healthcare Solutions division. His group covered North and Central America and specialized in providing a suite of services to healthcare PROs, take-back services to retail pharmacy and law enforcement and environmental services to the healthcare sector and reverse distributors. Prior to Covanta Les spent 10 years at Waste Management Inc. as an Area Manager for their Healthcare Solutions group.

Andriana Kontovrakis - Speakers

Director of Compliance Services
RLG

Andriana Kontovrakis is the Director of Compliance Services for Reverse Logistics Group’s US team.  She manages a team responsible for ensuring manufacturer and retailer customer compliance with EPR laws for electronics, batteries, packaging, household hazardous wastes, and other consumer products across the US. Along with RLG partner the Household and Commercial Products Association, she is spearheading the development of the Household Product Stewardship Alliance, a stewardship organization forming under the guidelines of Vermont’s HHW EPR law.  Prior to working with RLG, she was a Policy Analyst with the global electronics recycler Sims Lifecycle Solutions where she managed programmatic implementation and customer and supplier accounts for the US EPR compliance unit and the Deputy Director for Waste Prevention for the NYC Department of Sanitation.

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